C’è un Lovisa che vince: Matteo porta in serie B anche la Juve Stabia
PORDENONE. Ventotto anni compiuti da una decina di giorni. Eppure ne avrebbe di aneddoti da raccontare. Con due promozioni dalla C alla B già nel palmares.
E nel ruolo, non semplice, di direttore sportivo. Ma Matteo Lovisa, figlio di Mauro, ex patron del Pordenone ora alle prese con le asprezze del fallimento del club neroverde che ha condotto a un passo dalla serie A, è abituato a bruciare le tappe.
Non per niente è il più giovane (assieme al collega della Feralpisalò, Andrea Ferretti) ds del panorama professionistico. E ora si è tolto pure l’etichetta di “figlio di papà”, andando a vincere “da solo” un campionato di serie C a Castellammare di Stabia.
La Juve del Sud veniva da due stagioni poco esaltanti: undicesimo e decimo posto. In estate Matteo Lovisa, arrivato in Campania direttamente dalle rive del Noncello, ha compiuto una rivoluzione, all’insegna del ringiovanimento e del contenimento dei costi. Nessuno però si aspettava, avendo tra le rivali formazioni del calibro di Benevento, Avellino e Crotone, che si rivelasse subito vincente.
Direttore, qual è stato il segreto di questa impresa?
«L’alchimia che si è venuta a creare tra tutte le componenti: società, squadra, città e ambiente esterno. Bravo inoltre il presidente (Andrea Langella, <CF1002>ndr</CF>) a metterci nelle condizioni di lavorare in condizioni ideali».
Analogie e differenze con la promozione ottenuta a Pordenone nel 2019?
«Simile è stata l’unità del gruppo. A Pordenone abbiamo vinto con una squadra più esperta e un tecnico abituato a vincere (Tesser, ndr), mentre qui la rosa era più giovane e affidata a un allenatore emergente».
A proposito, perchè Guido Pagliuca, che proveniva da stagioni non esaltanti?
«Proprio per la sua voglia di rivalsa. Come la mia: ero arrivato secondo, ma l'obiettivo era vincere. Lui a Siena non aveva fatto male, ma la piazza si attendeva qualcosa di diverso».
Piazza calda e passionale quella di Castellammare, come é stato l’adattamento per un friulano apparentemente riservato come lei?
«Sono molto sincero: avevo proprio bisogno di una città così, che vive di calcio. L'ottima accoglienza ricevuta mi ha agevolato».
Di Gregorio, Pobega, Ciurria e Cambiaghi sono alcune delle sue principali “scoperte”. Quest'anno ha vinto altre scommesse come il bomber ex Triestina, Adorante. Come ci riesce?
«Mesi e mesi di osservazione. Adorante, per esempio, lo volevamo già la scorsa estate. Lo studiavo da tempo. Quando a gennaio c’è stata la possibilità di prenderlo (con obbligo di riscatto in caso di promozione), non ce la siamo fatta sfuggire».
C'è qualcuno a cui è più affezionato?
<«Sono legato a tutti. Ma il giocatore più forte che ho avuto è Cambiaghi (ora ad Empoli, ma di proprietà dell'Atalanta). Per me è da top club».
Rimanendo in tema di giocatori: a Castellammare si è portato da Pordenone, Piscopo, Andreoni e Candellone.
«Candellone è con me da diversi anni. Un ragazzo dalle qualità tecniche e umane importanti. Da quando lo conosco non l’ho mai visto sbagliare un allenamento. Piscopo e Andreoni sono giocatori altrettanto bravi che secondo me hanno ancora tanto da dare».
Due anni fa proprio di questi tempi la Juve Stabia riusciva a ottenere la ristrutturazione del debito verso tesserati e Fisco e ripartire con nuovo slancio. A Pordenone partendo con più anticipo si poteva fare lo stesso?
«Certo. Ma a Pordenone, se mi posso permettere, non c’è lo stesso amore, da parte di tutti, che ho visto qui nei confronti della squadra della città. I sacrifici fatti da mio padre in 20 anni penso siano stati poco riconosciuti».
Si parla di un nuovo Pordenone che potrebbe ripartire dalla Promozione. Che consigli si sente di dare alla futura dirigenza neroverde?
«Lo spero e, se così sarà, lo seguirò con simpatia. Consigli? Nessuno in particolare. Cerchino di aumentare l'amore verso i colori neroverdi e, soprattutto, di far capire i benefici che una squadra di calcio può portare a tutta la città».
Chiudiamo con il suo futuro. Giuntoli la apprezza molto. Sirene dalla Juve o da altre squadre di serie A?
«Ho rinnovato da poco il mio contratto con la Juve Stabia sino al 2026 e qui sto benissimo. Certo, come è ovvio, se mi arrivasse una proposta irrinunciabile avviserei subito il presidente».