Il folgorante “Gloria!” di Margherita Vicario: ritmo, armonia e talento
«Accetta il consiglio», dice Danny De Vito nel celebre monologo di The Big Khauna, e noi lo diciamo a voi: accettate il consiglio. Accettate il consiglio e non perdetevi Gloria!, la folgorante opera prima di Margherita Vicario (una delle migliori firme del cantautorato pop italiano).
Un film che parla di sorellanza per parlare di libertà, un film che parla di talento per parlare di rivoluzione. Ma, soprattutto, un film profondamente musicale, dove ritmo, armonia e melodia smettono di essere “solo” partitura e diventano “anche” sceneggiatura: le note respirano assieme alle parole e, assieme alle parole, raccontano la favola ribelle della giovane Teresa.
Ci troviamo nei dintorni di Venezia, alla fine del ‘700, e la nostra eroina è la Cenerentola del Sant’Ignazio, un istituto religioso femminile (un po’ conservatorio, un po’ orfanotrofio) su cui spadroneggia il turpe sacerdote Perlina. Maestro di cappella mediocre, uomo ancora più mediocre.
L’aria è gonfia di elettricità per la visita di Papa Pio VII e per il concerto che il Sant’Ignazio vuole dedicargli: tutte le ragazze studiano duramente, in particolare l’ottimo quartetto d’archi governato dalla violinista Lucia. E Teresa? Teresa, osservatrice muta, nasconde un segreto molto doloroso (che ovviamente non riveliamo) e un dono molto luminoso: nessuno lo sa, nessuno lo sospetta, però dentro i suoi silenzi abita un piccolo genio sovversivo. Una compositrice autodidatta e visionaria che riuscirà a terremotare lo stato (soffocante) delle cose…
Scritto, diretto e interpretato benissimo (qui l’autenticità di Galatea Bellugi tocca davvero il cuore), “Gloria!” è un travolgente inno al girl power che ci regala il fuoco, la gioia e la tenerezza di una Margherita Vicario in stato di grazia. Che bella sorpresa! A quando il prossimo gioiello?