Dal malore in campo al pronto soccorso di Udine: solo venti minuti per controllare e monitorare Ndicka
foto da Quotidiani locali
UDINE. È stato un gioco di squadra. Udinese e Roma non avevano più addosso la maglietta con i colori sociali, non c’erano tre punti in palio. L’unica preoccupazione è stata la salute di Ndicka. Il giorno dopo, a rivisitare i minuti di angoscia vissuti domenica allo stadio Friuli dopo il malore che ha colpito il difensore della Roma, emerge l’unità di intenti di tutte le componenti, ovvero le due squadre e l’arbitro. Non c’è stata la minima discussione quando l’allenatore della Roma Daniele De Rossi ha fatto sapere che i suoi giocatori non se la sentivano di continuare.
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Inizialmente dalle panchine, vedendo Ndicka a terra, si pensava a un problema di natura muscolare. Solo quando il portiere Svilar ha richiamato l’attenzione si è intuito che si poteva trattare di qualcosa di più grave. Dal momento in cui il giocatore si accasciato a quando gli è stato fatto l’elettrocardiogramma nell’infermeria dello stadio non sono passati più di cinque minuti, altri quindici e Ndicka era all’esterno del pronto soccorso dell’ospedale.
Nonostante i primi esami non avessero dato riscontri preoccupanti per il cuore, il timore che ci potesse essere qualcosa di serio ha spinto per la sospensione definitiva della gara: «E se succede l’irreparabile mentre stiamo giocando?», sarebbe stata la riflessione dell’arbitro Pairetto. A quel punto nessuno è stato neanche sfiorato dall’idea di continuare la gara.
Nella zona degli spogliatoi è sceso anche Gino Pozzo che ha dato massima disponibilità organizzativa e logistica alla Roma. La squadra è ripartita nella tarda serata per la capitale, in Friuli è rimasto il medico sociale che ha tenuto i contatti con i i dottori dell’Udinese fino alle dimissioni del calciatore.
«Credo che il nostro pubblico abbia dato grande prova di cultura sportiva – le parole del dg Franco Collavino –, di civiltà e di umanità. Un paio di mesi fa c’erano state eccessive speculazioni sulla nostra gente in merito al caso Maignan. Stavolta i nostri tifosi hanno potuto mostrare il loro vero volto e ci fa piacere che sia stato apprezzato da tutti, sia in Italia che all’estero».