Intervista a Massimo Cacciari, il nuovo libro è un ponte tra metafisica e scienza

foto da Quotidiani locali

Doppio appuntamento a Udine con Massimo Cacciari martedì 23, e mercoledì 24 aprile, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Ateneo friulano.

Nel primo appuntamento, aperto al pubblico, in programma alle 17.30 nella sala Marzio Strassoldo delle Grandi Aule Tomadini, il professor Cacciari terrà una lezione dedicata alla Filosofia oggi, mentre il giorno successivo alle 9.30 nell’Aula T9 di Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann in via Gemona 92, in un seminario che sarà riservato agli studenti, parlerà di Filosofia, Tecnica e Intelligenza artificiale.

Di Massimo Cacciari è uscito da poco per Adelphi un volume che sin dal titolo si presenta alquanto controcorrente, Metafisica concreta, dal momento che la metafisica (da metà tà physika’ ossia i libri di Aristotele che seguivano quelli sulla Fisica), così come la si è intesa per secoli, vale a dire la ricerca di fondamenti che andassero oltre o al di là il dato sensibile esperienziale anzi ne fondassero il sussistere, era quasi sparito dall’orizzonte filosofico contemporaneo, relegata tutt’al più allo studio del pensiero classico.

Professor Cacciari, la metafisica, come scienza, non gode di grande stima nel discorso filosofico attuale, per lo più associata a qualche cosa di esoterico, di mistico, di vicino alla fede. Perché è avvenuto questo?

«C’è stata una sorta di parcellizzazione del sapere, di specializzazione dei saperi. Le diverse filosofie che si sono andate affermando nel secolo scorso. E poi c’è da dire che, chissà perché, la metafisica viene identificata con una speculazione su qualcosa di astratto, che riguarda qualche mondo al di là del nostro. La filosofia contemporanea è essenzialmente filosofia dell’immanenza».

Quindi la metafisica come studio del trascendente?

«No. Almeno come la considero io. Metafisica vuol dire uno studio rivolto alla cosa in quanto tale, all’essente. Essente è un participio, pertanto la metafisica affronta la questione della partecipazione dell’essente al tutto. Metafisica significa aver cura di ciò che rimane di non calcolabile ma sempre in relazione alla cosa in quanto tale, guardare a ciò che dell’essente propriamente non è osservabile, esperibile. Dunque nulla di trascendente, ma qualcosa che vede l’essente nella sua integrità. La metafisica costituisce il necessario compimento della fisica teorica, la salva dalla mera descrizione dei suoi singoli ambiti. Nessuna disciplina è autosufficiente, nessuna disciplina nella sua singolarità può dar conto del tutto».

Da qui il compito della filosofia oggi?

«Certamente, perché filosofia è interrogare tutto, è disposizione critica che chiede a tutti ragione del senso del loro fare e operare. Se viene meno questo atteggiamento radicalmente antidogmatico è chiaro che viene meno l’anima stessa della nostra filosofia, viene meno la capacità di criticare l’ordine scientifico dei saperi, ma anche quello politico in cui si vive».

Quale allora dovrebbe essere il rapporto tra filosofia e scienza?

«Bisogna dire che entrambe queste due dimensioni tendono allo studio dell’essente, perché se così non fosse avremmo una filosofia che si occuperebbe solo di cose etiche e una scienza specialistica, orientata solo ad analizzare singole dimensioni dell’essente, irrelazionate al tutto cui invece appartengono. Un’integrità che noi non vediamo, ma che la filosofia, la metafisica ci aiuta a riconoscere. Da qui la concretezza della metafisica, che ci aiuta a guardare a ciò che è oltre, all’oltre insito in ogni cosa, in ogni fenomeno, in ogni determinazione; e poi deve essere all’altezza del progresso scientifico. In particolare la metafisica dovrà interrogarsi sulla differenza tra naturale e artificiale che è al centro di tutte le scienze, e di tutta la tecnica, non solo per quanto riguarda l’Intelligenza artificiale, anche per quanto riguarda la manipolazione genetica; ci sembra cioè di avere i mezzi per costruire una neo natura».

Ma la macchina pensante e l’intervento nell’editing genetico sono davvero nuova natura?

«Ecco metafisica concreta è comprendere dove si sta andando, il senso di questo processo e stabilire che cosa continua a differenziare il mio essere naturale da quello della macchina».