Trova una pietra fusa nel bosco del Ligont: per gli esperti potrebbe essere un meteorite
Il frammento, conficcato nel terreno, è stato rinvenuto da Luca Pellegrini nell’area che da Dardago si inerpica verso Piancavallo: pesa 305 grammi e ha una superficie scura e lucida
BUDOIA. Un colpo d’occhio è bastato per individuare qualcosa di anomalo, una sporgenza lucida conficcata nel terreno in mezzo al bosco del “Ligont” che da Dardago si inerpica verso Piancavallo. Luca Pellegrini, appassionato naturalista, ha recuperato un frammento di pietra fusa.
Un ritrovamento insolito in questa zona, che il naturalista conosce come le proprie tasche. «L’ipotesi che si tratti di un meteorite è di alcuni esperti di astronomia, che ho contattato per capirne di più – ha sottolineato Pellegrini – . Il frammento pesa 305 grammi e presenta una superficie lucida e scura particolare».
Pellegrini con la figlia Alessia è un appassionato naturalista. Oggetto delle sue attenzioni è il “Vallone di San Tomè”, area boschiva nella Pedemontana in cui installa fototrappole per individuare la fauna in transito di notte. Il “sasso” caduto sulla terra è un mistero intrigante da sciogliere.
«Per avere la certezza scientifica sulla natura e sull’origine del frammento occorre un’analisi specifica – ha sottolineato Pellegrini – . In ogni caso l’ipotesi di un frammento caduto dal cielo è stata condivisa dagli esperti a cui mi sono rivolto. Al momento non è possibile stabilire da quanto tempo sia conficcato nel terreno, in mezzo al bosco». Il detrito è stato trasportato in un luogo sicuro. «A una prima occhiata sembrava un pezzo di ferro, lucido e nero – ha raccontato lo scopritore – . Dopo sono arrivate le ipotesi di fronte alla curiosa composizione di quello che appare come “un sasso brillante”. L’ho confrontato con foto di meteoriti caduti in regione e altrove: la somiglianza è evidente».
Il detrito trovato nel bosco del “Ligont” potrebbe – usa il condizionale Pellegrini – essere il residuo di un asteroide, che ha attraversato l’atmosfera ed è esploso in mille pezzi. Nel 2020 erano caduti frammenti di meteorite nel territorio friulano. Il 5 gennaio di quell’anno nella zona delle Valli del Torre, un cittadino aveva raccolte alcune pietre insolite e le aveva messe a disposizione di esperti. Si trattava di sassolini di colore scuro. Nello stesso periodo, un meteorite era stato avvistato, prima di “esplodere”, sui cieli dell’Emilia.
Trovare un collegamento con il detrito scoperto nella Pedemontana pordenonese è una sfida, che vale la pena raccogliere. «Se non fosse una scheggia di meteorite vorrà dire che conserveremo questa curiosa pietra come un portafortuna – ha affermato Pellegrini – In ogni caso un esame di laboratorio si può fare».
I meteoriti sono rari. Si possono trovare anche sulla base di segnalazioni nella rete Prisma su internet. «Le scoperte nel Vallone di San Tomè sono continue – conclude Pellegrini, ampliando il ragionamento alla sua passione naturalista – . Con le fototrappole abbiamo registrato immagini di vari animali, tra cui sciacalli dorati e gatti selvatici».