Straordinari non retribuiti all’azienda sanitaria pordenonese: ci sono ancora 133 mila ore da pagare al personale
«Dopo l’abolizione delle Risorse aggiuntive regionali (Rar) voluta dall’assessore Riccardi, le Aziende sanitarie devono ancora trovare l’accordo definitivo sulla costituzione dei fondi che compenseranno i pagamenti di straordinari, incentivi e indennità che prima venivano coperti con le Rar».
Il grido d’allarme lo lanciano i segretari generali della Uil Fpl e Nursind, Stefano Bressan e Luca Petruz. Nel frattempo, in questi giorni è ripresa la contrattazione sindacale in Asfo.
L’azienda, inoltre, come sottolineano i sindacati soffre una grave carenza di organico che l’Osservatorio regionale per le politiche sociali ha quantificato in 500 unità, comprovata dalle oltre 180 mila ore di lavoro straordinario prodotte nel 2023 dal personale.
«A oggi mancano i fondi per pagarne almeno 133 mila – rileva Bressan –. Nonostante questi pesantissimi dati la politica regionale continua ad affermare che gli organici sono sufficienti, forse addirittura in eccesso».
Il direttore generale dell’azienda, Giuseppe Tonutti, mantiene il massimo riserbo sulla questione. «Il confronto con i sindacati è ancora aperto – precisa –. Al momento non intendo esprimermi a riguardo».
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14251905]]
Nel frattempo la contrattazione in Asfo rischia di naufragare, come spiega Bressan, perché a fronte della gravissima carenza di personale rilevata, che mette a rischio i servizi essenziali per la popolazione, e nonostante le evidenti precarietà del sistema, che impediscono adeguate politiche di reclutamento, la direzione dell’azienda si rifiuta di adottare opportune politiche incentivanti per valorizzare i dipendenti ancora in servizio.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14061053]]
Il segretario della Uil Fpl sottolinea la mancata volontà da parte dell’Asfo di spendere interamente il budget destinato alle assunzioni per il pagamento degli straordinari, nonostante le evidenti difficoltà a trovare nuovi professionisti. Come esempio concreto Bressan ha portato il concorso regionale per infermieri bandito da Arcs: delle circa 400 domande ricevute, alle prime prove si sono presentati meno di 280 candidati.
La richiesta di Uil Fpl e Nursind è chiara: utilizzare i fondi di bilancio non spesi con le assunzioni per dare maggior riconoscimento economico agli operatori in servizio, prevedendo un nuovo modello più incentivante per pagare i richiami in servizio su base oraria, con importi da 25 a 35 euro all’ora.
«La direzione aziendale – precisa Bressan –, non è disposta ad attingere dal bilancio aziendale per pagare gli incentivi al personale. Il direttore generale con la sua visione aziendalista preferisce conservare i fondi risparmiati per le mancate assunzioni e pagare i turni aggiuntivi dei lavoratori con i fondi contrattuali, che sarebbe come pagare i libri di scuola attingendo dal salvadanaio dei figli».
Una politica che i sindacati non intendono accettare, considerando che si creerebbero disparità remunerative tra le aziende sanitarie. «Chiediamo anche – conclude –, di pagare a due mesi da bilancio le eccedenze orarie prodotte dal personale. Qualora le nostre richieste non venissero accettate proclameremo lo stato di agitazione di tutti i lavoratori di Asfo. Non accettiamo più che qualcuno ci venga a dire che i professionisti della sanità sono troppo pagati e lucri sulle spalle dei lavoratori».