Agricoltura del futuro al Solari di Tolmezzo con il Laboratorio idroponico
Luci a led viola vigilano su piantine appena nate, mentre il vapore acqueo con tutte le sostanze nutritive necessarie, anziché la terra, le fa già crescere rigogliose in una specie di nursery: è l’agricoltura del futuro che approda all’Isis Solari a Tolmezzo con l’arrivo del laboratorio idroponico.
Non serve la terra (tale formula di coltivazione la equipara) e ciò risparmia il consumo di suolo, specie dove, come in montagna, le superfici sono ridotte.
I semi vengono piantati ancor prima in un piccolo locale ultra protetto e, dopo la nursery, quando le piante sono cresciute un po’, vengono trasferite in un’altra stanza, dove led multicolor creano la composizione della luce solare.
Non servono diserbanti per difendere le piantine dalle erbacce infestanti né pesticidi, perché gli insetti non entrano, né alcun elemento nocivo per le piante o per l’uomo, nel nuovo laboratorio idroponico “Idropon Lab” (struttura all’avanguardia che amplierà specie l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e formazione professionale di operatori agricoli e agro-ambientali) inaugurato ieri al Solari (Iti, Ipsia e liceo delle Scienze applicate).
Sensori ad hoc regolano luce e temperatura riproducendo le medesime condizioni dell’ambiente naturale, ma con risparmio di suolo e acqua. Sulle pareti, magnifici paesaggi carnici ricordano il patrimonio da preservare.
Perché è un ponte tra agricoltura tradizionale e agricoltura del futuro Idropon Lab, il nuovo importante laboratorio (finanziato per 250 mila euro con fondi Pon dal ministero dell’Istruzione, più 50 mila da Fondazione Friuli, Bim Tagliamento e comunità di montagna della Carnia) che mostra come con le nuove tecnologie si possa far agricoltura anche in modo innovativo e con attenzione all’impatto dell’uomo sull’ambiente.
Il laboratorio, dalla prossima settimana, sarà a disposizione dei 670 studenti del Solari: dall’indirizzo agrario (una sessantina gli allievi), al chimico-biologico (si pensa già a come abbinare il sistema idroponico alle stelle alpine impiegate dal Solari da anni per produrre creme antiage), agli indirizzi elettronica, energia, automazione e persino legno (i cui alunni hanno anche realizzato parti del laboratorio).
«L’obiettivo – spiegano la dirigente scolastica Manuela Mecchia e l’insegnante Stefano Morandini – è formare gli studenti con attività trasversali che valorizzino il lavoro di tutti e il territorio, che mostrino loro nuove prospettive e opportunità da abbinare all’agricoltura tradizionale». Laddove, come in montagna, gli spazi sono limitati c’è la possibilità di creare orti verticali.
La formula supera anche il limite della stagionalità, contribuendo così al reddito dell’agricoltore. I tempi di lavorazione sono più veloci, non occorrono disinfestanti o rotazione agraria e migliorano le condizioni fitosanitarie.
La coltivazione idroponica, per l’assessore regionale Alessia Rosolen, intervenuta all’inaugurazione, rappresenta una frontiera innovativa per l’agricoltura. Rosolen ha anche anticipato che, grazie a 250 mila euro di fondi messi a disposizione dalla Regione, al Solari sarà creato anche un laboratorio lattiero-caseario.
I lavori partiranno a breve. Come a breve (nel mese di settembre) partirà anche il corso quadriennale a indirizzo tecnico meccatronico sull’energia che, a parità di ore lezione, condensa in 4 anni tutte le attività che si svolgerebbero in 5 e si può poi abbinare al biennio di Its Energy specialist già attivato ad Amaro o a corsi universitari afferenti o al lavoro. Le iscrizioni sono aperte fino a inizio anno scolastico.