Colpo di scena sulla banda Maritan, il Tribunale rimette tutti in libertà
SAN DONA'. Sotto indagine della Distrettuale antimafia con l’accusa di estorsione, arrestati su ordinanza del giudice per le indagini preliminari, sono ora tornati liberi: Lino Maritan, Robertino Gaetani, Francesco Filippini, Michele Poniciappi, Riccardo Bortoletto, Pierluigi Guerrato hanno lasciato il carcere per tornare liberi nelle loro abitazioni a San Donà. Resta, per ora, detenuto Luciano Maritan, che non ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame.
Ad aprire le celle e ordinare “l’immediata rimessione in libertà dei ricorrenti, se non detenuti per altra causa” è stato, infatti, il Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati difensori Brollo, Galletti, Lazzarin, Marin, Cancellier, Menon, annullando il provvedimento cautelare con il quale il presidente dei gip Luca Marini aveva accolto le richieste di misura avanzate dal pm dell’antimafia, Giovanni Zorzi.
Per conosce i “perché” della decisione del Riesame - se si tratti di contestazioni sulla “forma” del provvedimento o nel “merito” delle accuse - bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della decisione.
Al momento restano le osservazioni fatte dai difensori, nel corso della discussione. «Abbiamo eccepito tutti, in particolare io e il collega Galletti (che difende Filippini)», commenta l’avvocato Giuseppe Brollo, legale di Bortoletto, «che a nostro giudizio l’ordinanza era priva di un’autonoma valutazione degli indizi da parte del giudice e di motivazioni individuali sulle esigenze cautelari di ogni singolo indagato. Si dice solo genericamente “son tutti criminali e devono stare dentro”, invece devi argomentare, distinguere le posizioni. Tra l’altro per quanto riguarda il mio assistito, Riccardo Bortoletto accusato di aver dato fuoco al furgone MV su ordine di Maritan, quel giorno all’ora dell’incendio si trovava proprio alla festa di compleanno di Luciano a Chiesa Nuova». (rdr)
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