Chi prende il reddito di cittadinanza a Mestre farà l’assistente al mercato o all’anagrafe
MESTRE. Si scrive Puc, si legge Progetto utile alla collettività. Sono previsti dagli atti legislativi del 2019 ma sono di fatto uno strumento poco utilizzato dai Comuni italiani. Nascono con il Reddito di Cittadinanza come patti tra il singolo, che percepisce il contributo, e enti locali ed amministrazioni. Patti per il lavoro e l’inclusione sociale.
I Puc sono da intendersi «come attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il beneficio del Reddito di Cittadinanza e rappresentano un’occasione di inclusione e di crescita per i beneficiari e per la collettività».
Venezia ora prova ad utilizzare questo strumento. Con una delibera comunale, infatti, si avvia il progetto in città per sostenere due attività: il servizio di assistenza presso i mercati rionali della città, sotto controllo da quando è scattato il lockdown per il Covid 19. E poi un lavoro di facilitazione all’accesso ai pubblici uffici dell’Anagrafe.
«Si parte dal coinvolgimento di almeno 36 persone, percettori di reddito di cittadinanza, con cui si va a stipulare un patto per il lavoro che li impegna per 8 ore la settimana, due mezze giornate di lavoro», spiega l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini. Niente stipendio ovviamente, ma si garantisce il contributo spese per i trasporti, mentre l’assicurazione viene coperta a livello ministeriale. «Ci stiamo lavorando da tempo: la materia legata al provvedimento sul reddito di cittadinanza è decisamente complessa, con una marea di procedure da seguire. Noi siamo tra i pochi Comuni italiani che avviano una forma di prima messa in pratica del progetto Puc», precisa l’assessore.
Dove vedremo questi lavoratori che svolgono un servizio per la collettività? L’elenco di mercati e uffici è compreso nella delibera. Ci sono i mercati fissi di Mestre, Marghera, Rialto, Cannaregio e poi i mercati bisettimanali di Parco Ponci e Marghera e il mercato settimanale del Lido. Altro settore di lavoro è quello dell’assistenza all’utenza degli sportelli anagrafe di Mestre, Favaro, Zelarino, Chirignago, Marghera, Venezia, Lido e lo sportello polifunzionale di Mestre. I partecipanti, ovviamente istruiti e formati da Polizia locale e protezione civile da un lato e uffici Anagrafe dall’altro, svolgeranno mansioni di assistenza al cittadino. Nei mercati vigilando sullo svolgimento senza assembramenti e seguendo le disposizioni previste dalle norme anti-contagio con determinati percorsi di ingresso e uscita. Negli uffici comunali aiutando chi ha bisogno di informazioni, oppure deve prendere un appuntamento per una pratica all’Anagrafe e non sa come fare.
Una opportunità per il popolo dei percettori di Reddito di cittadinanza, progetto tornato all’onore delle cronache politiche con il dibattito sulla sua reale efficacia, nato come strumento di aiuto per le persone a rischio povertà. E in parte rimasto inattivo, visto che tutta la parte relativa all’accesso al mondo del lavoro, nonostante la nomina dei “navigator”, ha visto scarsi risultati. Gli ultimi dati per Venezia sono quelli del 2020. Erano 2.431, di cui circa il 71% Reddito di cittadinanza e circa 29% pensione di cittadinanza.
Dei quasi 2.500 beneficiari circa 900 erano in gestione ai servizi sociali comunali per la definizione di un Patto per l’Inclusione. Nel primo anno di applicazione nel nostro Comune erano stati eseguiti un migliaio di controlli. Ora il Comune di Venezia prova a dare un risvolto pratico al provvedimento, prevedendo di attivare per almeno 36 persone un piano di restituzione a fini sociali dell’aiuto ottenuto finora dallo Stato. Sarà da vedere nei prossimi mesi quanti parteciperanno al progetto del Comune.