Hotel, stanze piene all’80 per cento. Venezia, il Natale per ora è salvo
VENEZIA. Prenotazioni alberghiere, Venezia tiene, nonostante la recrudescenza del Covid e la situazione difficile in Paesi come la Germania, che sono tra i primi frequentatori degli hotel lagunari. A Roma Federalberghi ha lanciato l’allarme parlando do un picco di disdette del 20% negli ultimi giorni, per le festività natalizie, con un trend in crescita. Ma a Venezia, almeno per il momento, non ci sono segnali in questo senso, come conferma Daniele Minotto, vicepresidente dell’Ava, Associazione veneziana albergatori.
«Le cose vanno abbastanza bene», conferma, «con una percentuale di occupazione delle stanze di circa l’80% nel weekend e l’annata è stata complessivamente buona, anche se più per il tasso di occupazione che per gli introiti. Prevediamo di arrivare alla piena occupazione delle stanze a febbraio con il Carnevale, ma per il momento non ci sono segnali significativi di disdette, anche se naturalmente anche per noi l’evoluzione della situazione, dipenderà da quella del virus e dalle misure che eventualmente il governo riterrà di prendere».
«Ma ormai per noi le prenotazioni sono soprattutto last minute perché la gente decide solo all’ultimo momento e non si ferma più di uno o due giorni, in questo periodo che per noi non è più particolarmente significativo. Alcune grandi strutture alberghiere, tra l’altro, per ridurre i costi hanno già deciso autonomamente di chiudere per riaprire a febbraio con il Carnevale».
Anche il direttore dell’Ava, Claudio Scarpa, conferma. «Non ci sono, per noi, segnali negativi sul piano delle prenotazioni, anche per il periodo natalizio e fino a Capodanno. Siamo abbastanza fiduciosi perché ormai il grosso della gente si è vaccinata e ha il Green pass, non siamo più nella situazione terribile dello scorso anno e non ci sono i segnali che vi rientreremo, anche se naturalmente il virus c’è ancora e la situazione va tenuta sotto controllo».
«Per avere un pieno ritorno alla normalità, dal punto di vista delle prenotazioni alberghiere, in base alle nostre previsioni bisognerà aspettare il 2023. Va considerato che in questo momento è ancora complicato anche viaggiare in aereo e dunque non possiamo aspettarci la stessa facilità di arrivo a Venezia che c’era in precedenza».
Il grande assente nel panorama turistico veneziano pur in ripresa – ma soprattutto per il fenomeno, talvolta incontrollato, dei giornalieri – resta la presenza degli americani. I turisti a più alto potere d’acquisto che non solo frequentano gli hotel anche di fascia alta, ma che si fermano più a lungo in città e che spendono volentieri per acquistare prodotti di qualità e non solo quelli a bassissimo costo. Per rivederlo – così come quello russo, diventato negli anni importante – bisognerà aspettare appunto almeno il 2023 se la situazione del coronavirus, con le sue ondate periodiche, tornerà pienamente sotto controllo.