Venezia diventa un caso: settima in Italia per contagi Covid
VENEZIA. Venezia diventa un “caso” insieme al resto del Veneto. È la settima provincia italiana per incidenza di contagi: 275 ogni 100 mila abitanti. Una cifra che, un anno fa, ci avrebbe proiettato direttamente in zona rossa. Ora ci sono i vaccini a fare la differenza.
E gli altri parametri – quelli ospedalieri, su tutti – ci consentono di affrontare l’immediato futuro senza restrizioni dovute a colorazioni di area. Ma se non è zona rossa, rimane comunque un allarme rosso. Treviso, sesta provincia con l’incidenza più alta in Italia, è a un passo: 277 positivi ogni 100 mila abitanti, due in più rispetto a Venezia. Le altre città nella parte alta della classifica sono tutte a Nordest: Rimini, Forlì-Cesena, Bolzano, Gorizia e, in cima, Trieste: 723 casi ogni 100 mila abitanti, quasi tre volte il numero che è limite per la zona rossa. Del resto, da oggi per il Friuli-Venezia Giulia scatta la zona gialla, per ora è l’unico caso in Italia.
I DATI
Ieri nel Veneziano si sono contati 358 nuovi casi. Un’enormità, considerando anche che di domenica l’attività delle due aziende sanitarie sul fronte dello screening è a giri ridotti. Intanto il numero delle persone attualmente positive è stabile oltre il muro dei cinquemila contagi: 5. 302 per la precisione. Mentre nelle ultime 24 ore sono rimasti invariati i ricoveri: 78 in area medica e 17 nei reparti di Terapia intensiva, cifre che ci collocano nella “fase 2” dell’emergenza ospedaliera. Stabili anche i decessi, sono 2. 081 dall’inizio della pandemia.
L’ETA’
Tornando al totale delle persone ora positive, una su quattro ha meno di 12 anni: è la fascia della popolazione che, almeno per il momento, non può essere vaccinata. Le regole dovrebbero cambiare a breve, con le prime iniezioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni che potrebbero essere programmate già per la fine di dicembre. Tra i ragazzi con meno di 14 anni, l’incidenza è di 381 casi ogni 100 mila abitanti. Una cifra che non ha pari tra le altre fasce di età, attestandosi a 195 contagi ogni 100 mila abitanti tra i 15-24enni e a 228 infezioni ogni 100 mila abitanti tra i 25-44enni, per poi diminuire progressivamente con l’aumentare degli anni.
Nonostante siano proprio i più piccoli il principale bersaglio del virus, l’età media dei positivi è salita a 42 anni. A incidere è probabilmente anche l’elevatissima percentuale di copertura tra i ragazzi con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni.