Tre veneziani digiunano a turno da un mese per chiedere lo stop alla guerra a Gaza

Dal 14 febbraio Bernardino Mason, Carlo Giacomini e Giovanni Leone digiunano per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza: «Abbiamo iniziato quando è arrivata la notizia che l’esercito israeliano avrebbe voluto entrare a Rafah, dove c’erano oltre un milione di civili ammassati. Era una strage annunciata e siamo qui per dire basta stragi e basta guerre».

Il perché del digiuno è semplice: «Mettiamo in gioco l’unico strumento che abbiamo: noi stessi e il nostro corpo. Vogliamo favorire il dialogo anche qui, anche con le associazioni, come la comunità ebraica di Venezia e quella palestinese di Marghera. Bisogna comprendere la ragioni di tutti, la pace si costruisce dal basso».

Con loro, centocinquanta sostenitori dalla provincia e dal Veneto, che digiunano a staffetta, ma l’iniziativa si è allargata anche oltre i confini regionali, con un gruppo a Rovereto e a Foggia. Bernardino e Carlo, rappresentanti del movimento italiano per la non violenza, ci tengono a sottolineare che l’unica soluzione al conflitto israelo-palestinese è quella pacifica, che non parteggiano per l’una o l’altra parte, ma che stanno solo dalla parte dei civili e delle persone che subiscono le conseguenze dell’offensiva violenta in atto.

[[ge:gnn:nuovavenezia:14160104]]

Ieri mattina, davanti al municipio di Mestre e davanti alle bandiere unite di Israele e Palestina, hanno presentato la mozione in quattro punti che vorrebbero portare in tutte le istituzioni, per farla arrivare al governo italiano: «chiediamo che le istituzioni si attivino per l’immediato cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e i prigionieri civili palestinesi, aiuti umanitari basilari come acqua, cibo e medicinali alla popolazione e infine l’attivazione di una protezione internazionale delle popolazioni palestinesi con la presenza di una forza internazionale imparziale».

Dopo oltre un mese di digiuno, Bernardino e Carlo sono visibilmente dimagriti, ma dichiarano che stanno bene e che sono costantemente monitorati dai medici. «Abbiamo ricevuto sostegno da molti sindaci, in particolare dalla zona del Vicentino, che stanno discutendo e approvando delle mozioni nei consigli comunali».

E aggiungono «dal comune di Venezia nessuna risposta, ma siamo qui per presentare la nostra mozione anche a loro oggi».