Мы в Telegram
Добавить новость
103news.com
Panorama
Февраль
2024

L'insostenibile pesantezza del Mes

0


Il Meccanismo europeo di stabilità prevede molti vincoli e incerti vantaggi, a fronte dell’impegno economico degli Stati. Nell’Unione, però, c’è chi tifa per questo strumento in modo sospetto. E i dubbi espressi dall’Italia appaiono legittimi.

Torna il rebus del Mes. L’Italia lo ha risolto a modo suo il 21 dicembre scorso con un voto del Parlamento che ha così tradotto l’acronimo: «Meglio essere soli». Ma ai grandi banchieri non piace. Ai mercati osservando l’andamento dello spread (attorno ai 156 punti), i rendimenti (il decennale sotto il 4 per cento) e i collocamenti dei nostri titoli pubblici, non importa nulla e neppure le agenzie di rating hanno battuto ciglio. Si chiedevano saggiamente i latini: cui prodest? Sicuramente non ai cittadini-contribuenti che contano qui «come il due di bastoni quando briscola è denari». Agli Stati? Allo stato delle cose - il bisticcio di parole è voluto - non parrebbe perché a leggere il nuovo statuto del Meccanismo europeo di stabilità i soldi (il fondo comune consta di circa 700 miliardi di euro, di cui l’Italia ne ha sottoscritti 125 e, finora, versati 14) verrebbero dati solo a chi non ne ha bisogno.

Qui c’è un primo indizio: il Mes di fatto è una banca che incamera i soldi dei contribuenti e li gestisce come le pare senza rendere conto a nessuno. Si comprende allora perché piaccia tanto ai superbanchieri. A quelli che ci capiscono - come Lorenzo Bini Smaghi che coinvolge anche la sua signora Veronica De Romanis, economista ex renziana, la più determinata tra i laudatores - e anche a quelli che non ci capiscono, come la presidente della Bce Christine Lagarde. Il presidente della Société Générale - sede di rappresentaza in boulevard Haussmann a Parigi, quarta banca dell’Eurozona - non si dà pace per il no italiano. In un’intervista al quotidiano la Repubblica ha rilanciato: «Così il governo Meloni ha perso la faccia, è incredibile come Lega e Cinque Stelle che pure avevano ratificato il trattato sostenendo Giuseppe Conte ora lo rinneghino».

Sono toni da Brexit e infatti come con l’addio del Regno Unito all’Europa dopo il no dell’Italia non è successo nulla. Se non che Bini Smaghi si è sbagliato: la ratifica del Mes è stata fatta dal bis-Conte, ministro dell’Economia l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri che sui rifiuti della Capitale non sa dove mettere le mani, ma che nel dicembre di quattro anni fa non fece il gran rifiuto: disse sì al Mes riformato senza ascoltare il Parlamento. Giuseppe Conte sulla faccenda ha chiamato al gran giurì di Montecitorio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che gli ha rinfacciato di avere inguaiato l’Italia col favore delle tenebre.

Anche Bini Smaghi si aggiorni: la maggioranza del bis-Conte era fatta da Pd, pentastellati, gli amici della professoressa De Romanis e sinistri vari. Un’altra, soi-disant, superbanchiera si è espressa sul Mes: Christine Lagarde. La presidente della Bce ha criticato l’Italia dicendo: così s’impedisce l’unione bancaria. Che peraltro è di là da venire. Gli è arrivato in risposta un sondaggio del sindacato dei dipendenti della Bce che la giudicano inadeguata e più della metà sostiene che la sua azione è scadente. Magari è vera la vecchia profezia che chi tocca il Mes muore. Per referenze informarsi dai bambini greci uccisi dalla mancanza di assistenza sanitaria. Ecco che il rebus comincia a dipanarsi: il Mes serve soprattutto alle grandi banche. Qualche tempo fa il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz - forse l’ultimo dei keynesiani, dunque non un pericoloso liberista - ebbe a dire che «la crisi che perdura in Europa si compone di quattro lettere: euro; non avendo né debito in comune né unione bancaria la moneta unica non è la moneta di tutti».

Per chi non lo sapesse, il Mes ha una sorta di amministratore delegato o direttore generale. È un simpatico signore lussemburghese (nel Granducato ha sede questa banca travestita che non sta nei trattati europei, ma è solo un accordo intergovernativo) che coltiva ulivi a Cortona dove si è sposata due anni fa con gran fasto, ma rigorosamente «sostenibile», la figlia. Fa trasparire ciò che pensano in Nord Europa dell’Italia: una casa vacanze da occupare a piacimento. Monsieur Pierre Gramegna ha concesso al Corriere della sera, un mese dopo il no del Parlamento, un’intervista per spiegare che c’è rimasto male e che senza l’Italia il Mes non può andare avanti, ma che così l’Italia si fa male da sola e non si può riformare il trattato prima che sia entrato in vigore. Però Gramegna si è ben guardato dal dire che già in passato, proprio all’esordio del Mes, è accaduto che a documento scritto si è ricominciato, peggiorando, da capo.

Lo sa Giulio Tremonti, allora ministro dell’Economia con Silvio Berlusconi e primo fautore del Meccanismo di stabilità che doveva finanziarsi con debito comune emettendo eurobond sotto controllo dei Parlamenti. Poi venne il «golpe» finanziario, Giorgio Napolitano chiamò Mario Monti e il Mes divenne la traduzione operativa del Fiscal compact, del «prima ti strozzo e poi ti faccio il prestito». Anche qui chiedere sempre ai greci che su 206 miliardi ricevuti (e ripagati lacrime e sangue) ne hanno visti versati direttamente 97 alle banche straniere tedesche e francesi comprese. Monsieur Gramegna ha ammesso che sulla Grecia ci sono andati giù pesanti e giura che non succederà più, ma rispetto al vecchio schema nel nuovo Mes non è cambiato molto. Il no all’Italia però nessuno lo perdona. Il primo a scendere nell’agone è stato appunto Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione con delega all’economia, che ha rampognato il governo di Giorgia Meloni. Auspicando che l’Italia si decida a ratificare il Mes l’esponente lettone - il suo Paese ha un Pil di 39 miliardi, pari quello delle Marche - spara a zero: «Il budget italiano non sembra essere in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue. Abbiamo chiesto di rimettere in linea i conti pubblici».

E pensare che Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, con lui ha tenuto un profilo dialogante sia sul Patto di stabilità rinnovato (non benissimo per l’Italia, ma poteva andare peggio), sia sul Mes, al punto di dire: «Era mio interesse approvare il Mes, ma non ho mai detto che l’Italia lo avrebbe ratificato». A stretto giro, dopo Dombrovskis l’Ocse - l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo - raccomanda a Roma: patrimoniale, tassa sull’eredità, aumento dell’Iva, prelievo sulle pensioni alte. Vicesegretario generale Ocse - prenderà servizio a inizio aprile - è la professoressa Fabrizia Lapecorella, praticamente fino a ieri a capo delle Finanze al ministero dell’Economia. C’è da sperare che spieghi all’istituto parigino che gran parte di quelle raccomandazioni sono già applicate. Tutto concorre nello spingere l’Italia a varare il Mes, ma leggendo le carte si scopre che soffre di una insostenibile, pesante inutilità.

Da «salva-Stati» che era è diventato sostanzialmente salva-banche utile a rinviare sine die la vera unità tra gli istituti europei. Ha la possibilità di intervenire per 68 miliardi di euro qualora il Fondo di risoluzione bancaria - dotato di 80 miliardi - fosse a corto di quattrini. Un nulla. La sola crisi del Credit Suisse del 2023 ha richiesto 170 miliardi. E però l’esistenza del Mes mette i superbanchieri al riparo se qualcosa va storto, magari in qualche istituto non sorvegliato dalla Bce. Quanto agli Stati la nuova formulazione del Mes consente di accedere ai programmi di salvataggio solo a chi è in linea con i parametri del vecchio Patto di stabilità; sugli altri c’è la massima discrezionalità e severità. Dunque il Mes è nato vecchio e abolisce del tutto il controllo dei Parlamenti sul suo operato ed esclude anche la Commissione e il Parlamento europeo da qualsiasi possibilità di controllo assegnando a monsieur Gramegna (espressione di uno Stato con un Pil da 83 miliardi di euro, pari al 70 per cento di quello dell’Emilia-Romagna) la potestà di decidere di far versare ai Paesi membri il capitale per cui si sono impegnati nel giro di una settimana. Per l’Italia sarebbero, come detto, 125 miliardi.

Al fondo del rebus c’è un controrebus: come sbarazzarsi dell’Italia? Perché se anche Roma ratificasse questo nuovo, ma «anziano» Mes visto che è ritagliato sul vecchio Patto di stabilità, resta un vincolo: le decisioni si prendono a maggioranza qualificata dell’85 per cento. Come nelle spa contano le azioni e l’Italia è il terzo «socio» per importanza: ha il 17,8 per cento del capitale, la Francia il 20 e la Germania 27. Dunque può bloccare tutte le decisioni. Che peraltro nessuno per ora chiede. Perché il Mes, che ha in cassa 80 miliardi (tanti sono i soldi versati finora dai vari Stati) e può attivare per interventi 500 miliardi di crediti, non ha clienti. La prova? Quando è stato lanciato il Mes sanitario sotto la pressione del Covid nessuno lo ha voluto. Perchè? Semplice: è una banca che per capitalizzarsi conta sui denari degli Stati (dunque dei cittadini) a cui concede prestiti esosi che gli Stati devono ripagare spremendo ancora di più i contribuenti. A occhio e croce non è un buon affare, salvo che per le banche. Ma in Italia la commissaria Margrethe Vestager impedì il salvataggio di Trecas e poi di Banca Etruria e di Banca Marche con il Fondo interbancario, perché riteneva che fosse un aiuto di Stato (dopo otto anni la Commissione si è scusata dell’errore, ma non ha scucito un euro). Così scattò il «bail in» costato sangue ad azionisti e obbligazionisti. Perciò torna la vera domanda sul tema: come può il Mes restare simpatico?





Губернаторы России
Москва

Собянин заявил о росте инвестиций в Москву из-за импортозамещения





Москва

Два человека пострадали в ДТП с автозаком в Москве


Губернаторы России

103news.net – это самые свежие новости из регионов и со всего мира в прямом эфире 24 часа в сутки 7 дней в неделю на всех языках мира без цензуры и предвзятости редактора. Не новости делают нас, а мы – делаем новости. Наши новости опубликованы живыми людьми в формате онлайн. Вы всегда можете добавить свои новости сиюминутно – здесь и прочитать их тут же и – сейчас в России, в Украине и в мире по темам в режиме 24/7 ежесекундно. А теперь ещё - регионы, Крым, Москва и Россия.

Moscow.media
Москва

Сергей Собянин рассказал о реализации проектов КРТ в столице



103news.comмеждународная интерактивная информационная сеть (ежеминутные новости с ежедневным интелектуальным архивом). Только у нас — все главные новости дня без политической цензуры. "103 Новости" — абсолютно все точки зрения, трезвая аналитика, цивилизованные споры и обсуждения без взаимных обвинений и оскорблений. Помните, что не у всех точка зрения совпадает с Вашей. Уважайте мнение других, даже если Вы отстаиваете свой взгляд и свою позицию. 103news.com — облегчённая версия старейшего обозревателя новостей 123ru.net.

Мы не навязываем Вам своё видение, мы даём Вам объективный срез событий дня без цензуры и без купюр. Новости, какие они есть — онлайн (с поминутным архивом по всем городам и регионам России, Украины, Белоруссии и Абхазии).

103news.com — живые новости в прямом эфире!

В любую минуту Вы можете добавить свою новость мгновенно — здесь.

Музыкальные новости

Анастасия Волочкова

Волочкова заявила, что введение дресс-кода для артистов вызовет обратный эффект




Спорт в России и мире

Алексей Смирнов – актер, которого, надеюсь, еще не забыли

Медийный баскетбол, киберспорт и турнир ММА: Константин Пухов рассказал о мероприятиях Международного центра бокса (Наташа)

Академия Плющенко требует почти два миллиона со сбежавшей от них юной спортсменки

«Столото» подписал соглашение в развитие стратегической поддержки комплекса ГТО и многоборья ГТО


Арина Соболенко

«Сейчас даже счёт не помню»: Андреева сенсационно победила Соболенко и вышла в полуфинал «Ролан Гаррос»



Новости Крыма на Sevpoisk.ru


Москва

В Москве автозак с людьми перевернулся на дороге



Частные объявления в Вашем городе, в Вашем регионе и в России