I fantasmi son tornati
Nel 1984 gli «acchiappa spiriti malvagi» ebbero un successo planetario. I tre sequel, invece, sono stati piuttosto snobbati. L’11 aprile arriva il quarto episodio: Ghostbusters - Minaccia glaciale. La vecchia squadra (con Bill Murray e Dan Aykroyd) ritrova la giusta alchimia, tra luoghi iconici di New York, effetti speciali e un approccio rétro.
I turisti in visita a New York, oltre all’Empire State Building, la Statua della Libertà e Times Square, fanno ormai pellegrinaggio al numero 14 di North Moore Street, nel quartiere TriBeCa. È a quell’indirizzo che infatti si trova la caserma dei pompieri chiamata Hook & Ladder No. 8, resa celebre dal film Ghostbusters - Acchiappafantasmi: da lì Dan Aykroyd, Bill Murray, Harold Ramis ed Ernie Hudson, sono partiti nel 1984 alla conquista del box office globale (243 milioni di dollari d’incasso, che corrispondono a circa 667 milioni odierni), a bordo della famosa ambulanza modificata ad hoc e chiamata Ecto-1. Ed è a quell’indirizzo che ora ritorna, appunto quarant’anni dopo, Ghostbusters - Minaccia glaciale, dall’11 aprile al cinema: è lì che viene ricreato il quartier generale degli acchiappafantasmi, chiamati stavolta a fronteggiare un attacco senza precedenti degli spiriti maligni alla Grande Mela. Ma facciamo un passo indietro.
Quando nel 1984 Ghostbusters arrivò nei cinema per la regia di Ivan Reitman, ebbe successo specialmente grazie al mix inedito di effetti speciali, qualche spavento e comicità, affidata soprattutto al talento di Dan Aykroyd, da poco uscito dal trionfo di The Blues Brothers e Una poltrona per due, e di Bill Murray, comico emergente del Saturday Night Live e reduce da Stripes - Un plotone di svitati. L’accoglienza fu tale da lanciare un franchise comprendente cartoni animati, videogame e un sequel, arrivato finalmente nel 1989, ma non considerato all’altezza dell’originale, tanto da far giurare ai protagonisti che non sarebbero mai tornati a recitare in un terzo e probabilmente conclusivo episodio.
In tanti anni ci sono stati vari tentativi di riportare al cinema gli acchiappafantasmi, ma l’unico andato a buon fine è stato quello del reboot Ghostbusters, arrivato nel 2016, e rivelatosi piuttosto fallimentare al botteghino, forse anche per via dell’idea di reinventare la vicenda affidandosi a un cast completamente femminile. Nell’attesa, il brand è invecchiato, diventando insignificante per le nuove generazioni e convincendo i vecchi fan che mai avrebbero risentito al cinema il celebre ritornello Who You Gonna Call? Ghosbusters! dell’omonima canzone di Ray Parker Jr.. A rivitalizzare la saga però è arrivato nel 2021 Jason Reitman con Ghostbusters: Afterlife: figlio d’arte di Ivan Reitman, regista della commedia anni Ottanta e Novanta(con titoli come Stripes, I gemelli, Dave oltre ai due episodi degli acchiappafantasmi), Jason, che già si era fatto notare con Juno e Tra le nuvole, ha voluto omaggiare il lavoro del padre, nell’occasione produttore del film e poi scomparso l’anno successivo. Nel farlo ha deciso di onorare la memoria di un altro protagonista mancato nel 2014, l’attore Harold Ramis, amatissimo non solo per le sue interpretazioni, ma anche per la regia di classici della risata come Ricomincio da capo, National Lampoon’s Vacation e Terapia e pallottole.
A quell’avventura, ambientata nella rurale cittadina di Summerville, mancava però uno degli ingredienti fondamentali: la New York resa celebre dalle sequenze girate alla caserma dei pompieri e in altri luoghi divenuti perciò immortali, come la New York Public Library e soprattutto il lugubre palazzone art déco al 55 di Central Park West, dove si svolgeva lo scontro finale nel primo film. «Se nel primo sequel i protagonisti imparavano a diventare una famiglia seguendo le orme del nonno defunto, in questo cercano di ritrovare la propria casa», spiega Gil Kenan, sceneggiatore di Afterlife insieme a Jason Reitman e qui diventato regista. «E la loro casa non poteva che essere la caserma Hook & Ladder No. 8». È da questa base, divenuta di proprietà di Winston (Ernie Hudson) che l’ha trasformata in laboratorio e dove lavora ancora la vecchia segretaria Janine (Annie Potts), che gli acchiappafantasmi partono nella loro nuova avventura cinematogafica: Ghostbusters - Minaccia glaciale.
Devono, manco a dirlo, sgominare le creature soprannaturali che sono tornate a infestare New York. Ma quando i novelli difensori della città iniziano a provocare danni materiali, il sindaco Walter Peck (William Atherton) gli mette i bastoni tra le ruote, sostenendo che sfruttano il lavoro minorile, dato che Phoebe (una delle protagoniste) non è ancora maggiorenne. Nel frattempo nel negozio in cui Ray (Dan Aykroyd), trasformatosi in influencer dell’occulto, invita i newyorkesi a portare vecchi manufatti che potrebbero celare energia psicocinetica, si presenta Nadeem (Kumail Nanjiani) con una vecchia misteriosa sfera metallica, appartenuta a sua nonna. Quando l’ex cacciatore di fantasmi la esamina, scopre che è in realtà la porta per liberare lo spirito di Garraka, una spaventosa mummia emaciata alta sei metri e con orribili corna da ariete, che ha il potere di uccidere qualsiasi essere vivente, congelandolo fino alla morte. A questo punto rispunta fuori anche il più svogliato e cinico dei ghostbuster, il dottor Peter Venkman (Bill Murray), con le sue battute dall’humour asciuttissimo. Se gli ingredienti sono simili all’originale di quarant’anni fa, a fare passi da gigante sono stati gli effetti digitali, ingrediente fondamentale dell’avventura. Reitman e Kenan però hanno scelto un approccio rétro, chiedendo che assomigliassero a quelli artigianali ottenuti all’epoca soprattutto con trucchi ottici. E così per esempio anziché creare il fantasmino verde Slimer al computer, hanno preteso che fosse realizzato con le tecniche dell’epoca: un pupazzo di gommapiuma animato da marionettisti e sovraimpresso alle immagini girate con gli attori. Per un effetto nostalgia assicurato.