Vaccinazione eterologa. Cosa fanno le regioni sul mix di vaccini
L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha approvato la vaccinazione eterologa, cioè il richiamo con un siero diverso da quello avuto per la prima dose per gli Under 60 vaccinati con AstraZeneca. Questo via libera non è però sufficiente a fermare le polemiche e frenare i timori di chi deve vaccinarsi.
Le Regioni stanno chiedendo più dosi di Pfizer e Moderna per completare le vaccinazioni e completare il piano con l’80% dei vaccinati a fine settembre come da programma del commissario Figliuolo. Nonostante la richiesta del Ministro Speranza di seguire le indicazioni nazionali, in molte stanno seguendo vie proprie. La Campania vuole usare AstraZeneca anche per i richiami a chi ha meno di 60 anni. Il Lazio ha chiesto di poter fare il richiamo con AstraZeneca «se c’è consenso informato e assistito». Anche la Puglia seguirebbe questa via.
La Lombardia inizia da giovedì le somministrazioni eterologhe. «Rispetteremo le indicazioni del ministero perché non esistono piani vaccinali regionali, ma solo un piano nazionale», ha detto il governatore Fontana. Lo faranno anche Sardegna, Veneto e Liguria. Non senza polemiche però. «Imbarazzante quel che è accaduto in questi mesi. E noi in mezzo a parare le pallonate», ha detto il presidente veneto Zaia.
Il timore è che parte di quanti hanno già avuto la prima dose non si presentino per la seconda temendo la vaccinazione eterologa. L’Ema, l’ente europeo per i farmaci, continua a sostenere che il vaccino AstraZeneca è sicuro e che i rischi sono maggiori dei benefici autorizzandolo per tutte le fasce di età. In Italia ora è dedicato solo agli Over 60. L’Aifa ha approvato le vaccinazioni miste sotto i 60 anni. Secondo il verbale del Cts della scorsa settimana. «Sulla base delle evidenze di cui si dispone, la vaccinazione eterologa trova un suo solido razionale immunologico e biologico e non appare essere sconsigliabile né sul fronte della sicurezza (reattogenicità) né su quello dell’immunogenicità».