Belluno, il caldo fa schizzare i livelli di ozono: allarme per la salute
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I consigli di Peterle del Dipartimento di Prevenzione: evitare di stare all’aperto e fare sforzi nelle ore più calde
BELLUNO. Il caldo della settimana scorsa ha fatto schizzare in alto i dati relativi alla concentrazione di ozono in provincia. Secondo il report di Arpav, infatti, le tre centraline dislocate nel Bellunese per registrare la qualità dell’aria hanno evidenziato tutte un aumento deciso del parametro dell’ozono con diversi superamenti della soglia di informazione alla popolazione pari a 180 microgrammi per metro cubo.
In particolare, la stazione di Pieve d’Alpago ha registrato un superamento orario dei 180 microgrammi mercoledì (184 microgrammi per metro cubo), tre giovedì (190 microgrammi) e sei nella giornata di venerdì (196). Nell’area Feltrina, invece, i superamenti orari nella settimana appena conclusa sono stati 11, mentre nel capoluogo otto.
Con questi incrementi oltre la soglia di informazione, scattano anche le misure a tutela della salute. Infatti, l’ozono, «che è una forma ossidata di ossigeno», spiega Stefania Peterle, chimica del Dipartimento di Prevenzionedell’Ulss 1 Dolomiti, in estate aumenta all’aumentare delle ore di irraggiamento solare. «Siamo sempre a livello di microgrammi», precisa Peterle, ma per le persone sensibili diventa fastidioso. «L’ozono è instabile e appena trova una molecola si scioglie e forma ossigeno, ma se incontra le mucose di occhi e gola e dell’apparato respiratorio crea l’irritazione».
Quindi occhi, mucose e polmoni sono gli organi più colpiti dall’ozono, i cui effetti irritanti sono però rapidamente reversibili se la concentrazione dell’ozono diminuisce. «Ma per i soggetti fragili con patologie polmonari esporsi ad ozono può significare cronicizzare una patologia di cui sono già portatori. Per questo è necessario che queste persone evitino di stare all’aria aperta nelle ore più calde del giorno per evitare irritazioni respiratorie», precisa la chimica della Prevenzione che aggiunge: «Gli effetti sono rapidamente reversibili per chi sta bene e può riparare il danno creato dal gas in maniera veloce, mentre nei soggetti anziani, nei bambini o per chi ha patologie respiratorie la capacità di riparare un danno è minore».
Quando le concentrazioni di ozono sono alte è meglio evitare anche di fare attività fisica all’aperto «come lavorare nei campi e negli orti perché lo sforzo ci costringe ad introdurre più aria e quindi più ozono, creando quindi quegli effetti fastidiosi per l’apparato respiratorio, ma anche per gli occhi e il naso».
Qualora i valori di concentrazione dell’ozono aumentassero tanto da superare la soglia di attenzione e arrivare a quella di allarme pari a 240 microgrammi per metro cubo, l’effetto irritante diventerebbe acuto e grave.
Ma anche rimanere in casa necessita di qualche accortezza. «Anche in casa una parte di ozono entra quando lasciamo le finestre aperte. Per cui», conclude Peterle, «arieggiamo la casa ma nelle ore più fresche cioè al mattino presto o alla sera dopo il tramonto. Ed evitiamo anche la produzione di calore che deriva dal fumo di tabacco o le cotture ad alte temperature che producono anch’esse ozono».