Lavori negli alloggi di Cavassico e Lamon: per i migranti torna lo spauracchio tenda

La struttura della Valbelluna deve tornare ad essere una scuola, l’ex convento sull’altopiano fa i conti con forti infiltrazioni

Il centro di accoglienza straordinaria di Lamon necessita di interventi strutturali, il centro di Cavassico invece dovrà essere liberato per lasciare spazio ai bambini dell’asilo di Trichiana. Si prospetta un’estate “calda” anche quest’anno in provincia di Belluno per l’accoglienza dei migranti. E non è escluso che possa essere rispolverata la tenda della Croce Rossa.

Con la bella stagione che avanza e l’arrivo sulle coste italiane dei primi barconi con i profughi, la Prefettura sta facendo una ricognizione delle strutture disponibili, ma la situazione non è delle migliori. Alcune strutture, che con tanta fatica erano state trovate l’anno scorso da sindaci ed enti privati, sono a rischio chiusura. E altri posti ad oggi non sono disponibili.

Non basterà da sola l’ex scuola di Orzes, assegnata alla coop Integra, per accogliere tutti gli stranieri che arriveranno, visto che con i suoi 25 posti riuscirà a malapena a contenere i migranti che potrebbero trasferirsi dal centro di Lamon. Resta da capire dove sistemare i 16 stranieri presenti nell’ex scuola di Cavassico a Borgo Valbelluna.

Lamon

La situazione del centro di accoglienza straordinaria di Lamon desta molta preoccupazione. Qui, infatti, nel convento delle Suore di Maria Bambina, lasciato nel 2022 dalle religiose, opera la coop Integra con i 25 posti letto. Ma la struttura necessita di interventi a causa della vetustà di alcuni impianti che hanno creato delle infiltrazioni d’acqua che rendono gli ambienti non proprio salubri.

La coop, che ha fatto presente la situazione alla Prefettura, sta valutando se tenere aperto il centro oppure chiuderlo e lasciare che vengano eseguiti gli interventi necessari. «Interventi peraltro pesanti e importanti. D’altra parte la struttura era nata come temporanea», sottolinea il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan.

«Vedremo cosa deciderà di fare la cooperativa. Dispiace perché i migranti si erano ben integrati e con le lezioni di italiano impartite dalle maestre in pensione che erano state trovate anche grazie al supporto dell’amministrazione comunale, qualcuno ha iniziato a trovarsi un lavoro».

La struttura è stata occupata completamente. «Il problema è che se chiude questo centro, il nostro Comune non ha a disposizione altri alloggi da mettere a disposizione per l’accoglienza dei profughi», sottolinea il primo cittadino. «Nell’emergenza – continua – abbiamo fatto quello che potevamo cercando di non intaccare il bilancio comunale. Ma ora, non sapendo ancora quale sarà l’entità del taglio ai trasferimenti statali per gli enti locali, dobbiamo stare attenti. Nel nostro territorio non abbiamo strutture disponibili né pubbliche né private».

Cavassico

Situazione critica anche all’ex scuola di Cavassico dove dall’estate scorsa sono ospitati 16 migranti. Il comune di Borgo Valbelluna aveva messo a disposizione la struttura durante uno dei momenti più difficili vissuti l’estate scorsa per l’ospitalità dei profughi in provincia. Ora il centro deve essere liberato entro la fine di maggio. «Dobbiamo liberarlo entro maggio», precisa il sindaco Stefano Cesa, «perché l’edificio non solo serve per accogliere i centri estivi, ma da settembre servirà per ospitare i bambini dell’asilo di Trichiana, asilo su cui dobbiamo intervenire anche con alcune opere edili per l’adeguamento sismico».

Dove saranno sistemati quindi i 16 stranieri? Ancora non si sa. L’ipotesi è che vengano spostati a Belluno o in qualche altro centro dove si sono liberati dei posti. Situazione quest’ultima ad oggi impossibile, visto che tutte le strutture sono a pieno regime.

L’ex scuola di Orzes

L’alternativa che si presenta all’orizzonte è quella dell’ex scuola di Orzes che nei giorni scorsi è stata assegnata dalla Prefettura alla coop Integra. L’edificio necessita di qualche intervento di pulizia, di sanificazione, di tinteggiatura, ma anche di sistemazione delle piante che crescono davanti e dietro l’ex scuola. «Abbiamo pensato che questi interventi potrebbero essere realizzati anche dagli stessi migranti», dice l’assessore al sociale di Belluno, Marco Dal Pont, «così si terrebbero occupati i profughi. Comunque deciderà la coop come muoversi».

Certo anche qui i tempi per rendere disponibile l’istituto non sono brevissimi. Comunque la struttura può accogliere fino a 25 persone, quindi qui potranno essere trasferiti o gli ospiti di Lamon o quelli di Cavassico, non certo quelli di entrambi.

La Croce Rossa

Di fronte a questo scenario c’è quindi la possibilità che la Croce Rossa sia costretta a ritirare fuori dal magazzino la tanto discussa tenda. «È un’ipotesi che non vorremmo nemmeno prendere in considerazione», sottolinea la presidente del sodalizio, Paola Zannoni. «L’anno scorso l’abbiamo allestita come provocazione, anche se poi ha salvato diverse situazioni critiche, in cui i profughi rischiavano di rimanere per strada. Dobbiamo garantire una sistemazione dignitosa ai ragazzi che arrivano qui, servono impegni condivisi. Per questo auspichiamo che la Prefettura possa trovare una soluzione consona, per non trovarci nelle stesse condizioni. Servono uno sforzo di tutti sul territorio e una gestione oculata e ponderata a livello nazionale degli sbarchi. ».