Autovelox, sindaci perplessi. Strappazzon: «Valuteremo se spegnere l’apparecchio»
foto da Quotidiani locali
Una guerra di ricorsi, di sentenze del giudice di pace di Belluno favorevoli agli automobilisti, regolarmente ribaltate dal Tribunale di Belluno che ridavano ragione ai Comuni che quindi andavano comunque all’incasso delle contravvenzioni. Almeno fino a questo momento. Arsiè, con il suo milione e 200 mila euro incassati nel 2022 (ultimo dato disponibile) e Quero Vas (ora Setteville) sono stati e sono in prima fila nel difendere l’uso degli autovelox fissi nei rispettivi territori. I due Comuni hanno affidato ai legali il compito di difendere la legittimità delle contravvenzioni per eccesso di velocità in tutte le sedi.
Una sicurezza che ora, dopo l’ordinanza della Cassazione che ha dato ragione a un automobilista multato da un autovelox a Treviso, sembra vacillare. Almeno per ciò che riguarda il primo cittadino di Arsiè: «Se penso di spegnere l’autovelox? Mi prendo qualche giorno per confrontarmi con i tecnici e con i gli altri colleghi sindaci e poi deciderò. Non voglio prendere decisioni affrettate. Al momento il Comune di Arsiè è impegnato a fronteggiare quattro ricorsi, non tutti legati alla questione omologazione».
A Setteville c’è il commissario prefettizio che sta accompagnando i due ex comuni di Quero Vas e Alano di Piave al voto di giugno. Dunque la situazione è ancora di stallo, anche se l’ex sindaco di Quero Vas, Bruno Zanolla, non pare così preoccupato: «Per il momento lasciamo le cose come stanno. Se questa ordinanza della Cassazione serve ad accelerare un processo di chiarimento sull’intera questione ben venga. Da quello che mi risulta, il Ministero sta lavorando a una direttiva che fa chiarezza sulla questione tra approvazione e omologazione».
Il Comune di Feltre, a fronte di alcuni ricorsi, aveva deciso di sospendere i controlli con l’autovelox. Ha risistemato e milgiorato la segnaletica nelle postazioni già omologate sul proprio territorio e soprattutto ha acquistato un rilevatore di velocità che l’amministrazione definisce «a prova di ricorso». «Noi siamoa posto», commenta l’assessore alla sicurezza Alberto Curto, «abbiamo acquistato un autovelox da utilizzare esclusivamente nelle postazioni omologate e regolarmente segnalate. Siamo tranquilli».
A Belluno l’aria è ancora più tranquilla: «I giudici fanno il loro mestiere, ma noi non intendiamo fare passi indietro». La vicenda degli autovelox che sta tenendo banco a Treviso non desta preoccupazioni. Il sindaco, Oscar De Pellegrin, aveva già affermato la sua ferma convinzione sull’utilità di questi strumenti e ora la ribadisce: «È una storia infinita fatta di sentenze che si smentiscono tra loro continuamente e temo che vedremo altre puntate, ma chi afferma che gli autovelox servono ai Comuni solo per fare cassa si sbaglia. Basta guardare cosa è successo nei tratti di strada dove sono stati installati e dove gli incidenti si sono ridotti notevolmente. Nel nostro caso non ce ne sono più stati e questo significa che gli autovelox funzionano come deterrente vero. È questo il messaggio da dare: convincere la gente a ridurre la velocità e al di là delle sentenze, quando uno viene trovato a superare i limiti, che sia da un autovelox o da una pattuglia, significa che correva troppo. Per noi la sicurezza è la priorità».
L’ente Provincia non possiede autovelox, che in genere vengono installati nei centri urbani, ma il presidente, Roberto Padrin, crede nell’utilità di queste apparecchiature: «Spesso si pensa che i Comuni li installino per fare cassa, io invece credo che la maggior parte abbia la valenza di deterrente contro la velocità per una maggiore sicurezza stradale. L’obiettivo è ridurre gli incidenti. A Longarone ne abbiamo due, non fissi, che posizioniamo lungo la 251 della Valcellina a Codissago, per cercare di dissuadere gli automobilisti a usare quella strada come una pista per le gare. È una decisione condivisa con Veneto Strade e i due apparecchi vengono utilizzati solo in alcuni periodi: da metà aprile a metà ottobre e nei fine settimana».