Il mago veneto del digitale al cinema

foto da Quotidiani locali

In una Lisbona surrealistica Bella Baxter, l’attrice premio Oscar Emma Stone, passeggia libera sotto tram che corrono sfiorando il cielo. È una delle scene più... oggi si direbbe iconiche - ma va bene anche belle - del film Povere Creature! diretto da Yorgos Lanthimos.

A portare a spasso in questa fiabesca e perturbante città Emma Stone è il vicentino Tommaso Lunardi. C’è anche la sua firma nella cura degli effetti speciali che hanno reso reale il giro virtuale dell’attrice sul green screen, lo schermo neutro a cui si sovrappongono le immagini digitali del paesaggio.

Nato il 7 novembre di quasi 34 anni fa a Bassano del Grappa, Lunardi vive a Campolongo sul Brenta, ospite della zia Flavia quando il lavoro non lo porta in giro per il mondo. Fa il visual effects artist, tradotto è un artista degli effetti visibili.

Davanti al suo pc, rende reale il virtuale. «Una professione appassionante», confessa, «in un mondo molto competitivo, con pochi posti super selezionati». Lavora per grandi produzioni internazionali di film e serie tivù. Povere Creature! è una delle tante.

Come ha iniziato?

«Raggiunto il diploma al liceo artistico di Cittadella, mi sono chiesto quale fosse la mia strada. Sono cresciuto a pane e videogiochi, nutrendo un amore incondizionato per l’arte cinematografica. Ho così deciso di frequentare una scuola di computer grafica di Treviso, una delle migliori. Mi ha aperto gli orizzonti sul mondo che mi ha sempre affascinato: quello virtuale. Un mondo vastissimo, in continua evoluzione e tutto da esplorare. Nel 2017 sono partito per Londra con una valigia stipata di sogni, senza una meta precisa».

Perché proprio Londra?

«Perché è la capitale occidentale delle arti visuali. Di giorno facevo il magazziniere da Harrods, di sera inviavo curriculum. Ne ho spediti centinaia fino a quando mi è arrivata la prima risposta: una mail che mi fissava un colloquio con un piccolo studio per un lavoro di videografica per documentari. Poi a gennaio 2018 il contatto per la produzione di un cartone animato. Ed ecco aprirsi la mia strada professionale con la chiamata di grandi case di produzione».

La sua collaborazione più importante?

«Difficile dirlo: ognuna mi ha richiesto grandi energie e poi regalato enormi soddisfazioni. Ho lavorato all’ultima stagione di “Il trono di spade”, a Captain Marvel, John Wick, Alfredino,... E come dimenticare la collaborazione al film The Irishman di Martin Scorsese? Lui, un gigante. È stata un’ottima realizzazione e, per me, è stato un grande orgoglio farne parte. Poi, certo, c’è Povere Creature!. Ora sono già impegnato su altri fronti nazionali e internazionali».

In cosa consiste il suo lavoro?

«Mi occupo degli effetti speciali, rimuovo gli elementi incongruenti dalle scene, aggiungo digitalmente quelli necessari a completarle. Ad esempio faccio “sparire” un grattacielo o un semaforo se l’ambientazione è medievale. Oppure aggiungo carcasse di auto in un contesto post moderno. È un lavoro di creatività, ma anche di molta attenzione. Nulla è lasciato al caso: c’è un controllo di qualità ferreo che boccia le versioni imprecise, segnala i particolari su cui tornare a lavorare fino a quando non si arriva alla scena perfetta, quella definitiva. Alla fine il mio lavoro deve risultare, per così dire, invisibile. La scena ricostruita deve essere naturale».

L’Intelligenza artificiale è un pericolo?

«No. È uno strumento: crea immagini ferme di ottimo livello, ma non ha la progettualità, l’idea, l’attenzione al particolare, alla pulizia che sono solo umane. Fondamentale resta l’occhio umano, il solo capace di scovare incongruenze e correggerle, di trovare soluzioni a ogni problema. E poi c’è la grossa questione del copyright: da dove pesca le immagini l’Ia? Un’area grigia su cui si interrogano le produzioni internazionali più serie».

Lei vive in Veneto, come viene raggiunto dalle grandi produzioni?

«Dove sei fisicamente oggi conta poco. I confini territoriali sono stati abbattuti dalla rete. La maggior parte dei contatti avviene attraverso LinkedIn. C’è uno scambio di mail con cui condividiamo richieste e attese reciproche fino a che non si chiude la trattativa. Il lavoro può svolgersi da remoto, e quindi dal mio studio di Campolongo, o in presenza, nella sede delle aziende per cui lavoro. Sono appena tornato da Bruxelles. Qui mi hanno chiamato per la realizzazione di film e serie tivù sovvenzionati con fondi statali».

Quante ore passa davanti al pc?

«Faccio parte del mondo delle partite Iva (sorride, dietro agli occhiali da nerd, ndr). Se c’è da fare posso stare anche dodici ore davanti allo schermo. Sono stregato da questo lavoro ed è per questo che non mi pesa. Anzi. L’evoluzione dei software è continua e veloce. Devi formarti, studiare, ma è la mia vita».

Si ritiene un nerd?

«Perché no? Ma scordatevi l’ameba pallido davanti allo schermo. Faccio palestra tutti i giorni, amo stare in compagnia, anche se sono malato di videogiochi».