Marghera, patto tra Uil e Fincantieri: «Filiera più corta nei subappalti»

foto da Quotidiani locali

In cima alla lista c’è la sicurezza sul lavoro, legata a doppio filo ai salari che hanno subito una perdita del potere d’acquisto e all’accorciamento della filiera dei subappalti, spesso indicati come possibile causa, diretta o indiretta, degli infortuni.

Sono i temi affrontati ieri mattina a Venezia dal segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo all'assemblea degli oltre 250 lavoratori all'interno dello stabilimento Fincantieri di Marghera. Questioni calde, delle quali il leader nazionale del sindacato ha discusso con i vertici dello stabilimento.

Sicurezza sul lavoro

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«Sicurezza sul lavoro e salari: sono queste le nostre priorità e gli obiettivi delle battaglie che porteremo avanti insieme a voi e forti del vostro sostegno», ha detto Bombardieri.

«Il governo non pensi neanche per un attimo a non confermare il taglio del cuneo fiscale: la nostra reazione sarebbe inevitabile. Al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni chiediamo, inoltre, di convocarci a Palazzo Chigi per affrontare la questione della sicurezza sul lavoro».

E degli enti che a loro volta sono deputati a controllare che l’insieme di norme venga messo in pratica e non rimanga solo materia di corsi di aggiornamento: «Servono più ispettori, più ispezioni e più investimenti: i 2 milioni di euro stanziati per le assunzioni sono del tutto insufficienti. Confermiamo la nostra netta contrarietà agli appalti a cascata e alle gare al massimo ribasso, e rinnoviamo la nostra proposta di istituire sia una Procura speciale in materia, sia il reato di omicidio per il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza», ha ribadito. Parole forti, lanciate da uno dei più importanti complessi cantieristici, dove sono impiegati molti stranieri e immigrati, che vivono lavorano e contribuiscono alla ricchezza del territorio.

Subappalti

Bombardieri, assieme al segretario generale della Uilm Rocco Palombella, ha affrontato durante l’incontro con Fincantieri, anche la questione legata ai subappalti: «Abbiamo richiamato la necessità di lavorare su questi temi: non siamo abituati a fare sconti a nessuno, il problema dei subappalti riguarda tutti: a prescindere che si tratti di un’azienda privata o di stato, la presa di coscienza e la responsabilità del rispetto delle regole non può essere derogato. Fincantieri ci ha spiegato che sta lavorando, ha già un livello alto di attenzione e si sta impegnando per migliorare e limitare a un unico passaggio appalto e subappalto, per evitare il subappalto del subappalto: è uno degli obiettivi che l'azienda ha messo sul tavolo».

Proseguono i due leader: «L’appalto non è una parola brutta se avviene all’interno di alcune caratteristiche e c’è un solo passaggio. Lo abbiamo visto nella tragedia di Firenze, dove i subappalti a cascata riguardano non solo società ma gli stessi lavoratori, a cui viene detto aprirsi una partita Iva. Per questo bisogna vigilare».

Associazione immigrati “Enea”

La Uil Veneto ha messo in piedi una nuova associazione che si chiama Enea che si occuperà di immigrazione, aperta a tutti i lavoratori che raggiungono la Regione.

Il segretario veneto Roberto Toigo ha spiegato il senso: «Daremo una mano agli immigrati a imparare la lingua, districarsi tra le norme burocratiche e i permessi vari. Realizzeremo dei fumetti per spiegare le norme sulla sicurezza e comunicare con chi non padroneggia l’italiano, metteremo in piedi politiche attive. Vengono per lavorare e abbiamo il dovere di aiutarli».

Giovani e stranieri più colpiti dagli infortuni

Facendo sintesi, gli incidenti sul lavoro sono più frequenti dove gli appalti sono più grandi, dove i lavoratori sono più giovani e dove le maestranze sono in prevalenza di origine straniera.

A dimostrarlo, numeri alla mano, è lo studio che porta la firma della Cgia di Mestre e riguarda gli infortuni (e le malattie professionali) nel settore dell’edilizia.

Un’analisi di dettaglio della situazione, ricca di cifre e di elaborazioni. Ma la sintesi, appunto, è questa: gli incidenti sono più frequenti dove più grande è la commessa, dove minore è l’età dei lavoratori e dove la lingua diventa un ostacolo alla formazione.

«Negli ultimi cinque anni – spiega Michela Furlan, presidente degli edili della Cgia – nella Città metropolitana di Venezia i morti nel settore delle costruzioni sono stati tredici, di cui sette in itinere. Solo le province di Verona e Vicenza ne hanno avuti di più. Mediamente, gli infortuni oscillano tra i novecento e i mille l’anno. I soggetti coinvolti sono in particolar modo i giovani under 34 e i più a rischio sono le persone di nazionalità straniera. Tra tutti i dipendenti coinvolti negli incidenti, quelli nell’industria sono stati più numerosi di quelli che lavorano nelle imprese artigiane».

Gli incidenti nel settore industriale dell’edilizia, in fatti, sono cresciuti del 29 per cento negli ultimi cinque anni. Quelli nel settore artigiano sono calati del 25 per cento.

«I giovani sottovalutano i fattori di rischio e magari prendono sotto gamba certe procedure, gli stranieri spesso hanno difficoltà di comprensione linguistica e nei grandi lavori c’è una filiera di subappalti che diventa un ostacolo alla sicurezza» aggiunge Michele Furlan.

Perché nell’artigianato gli infortuni sono meno frequenti?

«Perché nel 90 per cento dei casi l’artigiano lavora accanto al suo dipendente, vigila e partecipa a tutte le fasi. Nell’industria non accade. Ma davvero le imprese devono capire che sulla sicurezza non devono lesinare gli investimenti, perché un lavoratore infortunato o che perde la vita ha un costo enormemente più grande di qualsiasi prevenzione. Bisogna trasmettere il valore della prevenzione, fare anche corsi sulla sicurezza in lingua e spezzare la catena dei sub appalti nei grandi appalti. La sicurezza è un’assicurazione sulla vita dei lavoratori».

Qualche numero, per capire le dimensione del fenomeno degli infortuni sul lavoro nell’edilizia nel Veneziano. Nel 2023 sono stati 11.700, il 23 per cento in meno dell’anno precedente (ma qui pesano i dati sulle malattie legate al Covid, che hanno drogato i dati 2022).

I mesi più pericolosi sono stati marzo, maggio, giugno, luglio e settembre, quando i cantieri sono in piena attività. Colpisce, come detto, l’incidenza dei lavoratori stranieri coinvolti: nell’ultimo anno gli infortuni degli occupati nati in Italia diminuiscono del 7 per cento, quelli dei lavoratori di origine straniera crescono del 15 per cento.

Focus a parte merita il sistema dei sub appalti: «Lo strumento è utile – spiega Furlan – se l’impresa sub appalta delle funzioni specialistiche: in edilizia, ad esempio, possono essere le parti idrauliche o elettriche. Ma se uso questo strumento per appaltare un intero lavoro per ragioni di costo, faccio una speculazione che spesso va a scapito dei costi per la sicurezza. In questo modo si fraintende lo strumento del sub appalto».