Cane chiuso in garage senza acqua e cibo, padrone condannato a 10 mesi
Il pastore corso Totò è stato ritrovato in pessime condizioni in un box per auto a Belluno: due vicine avevano chiamato il 113 dopo aver sentito anche colpi sul basculante
Il cane Totò è morto giovane. Fatale una malattia dello stomaco per questo bell’esemplare di pastore corso, che viveva in via Pellegrini, tra Baldenich e Cavarzano. Il suo proprietario Massimiliano Prisco è stato condannato a dieci mesi di arresto dalla giudice Antonella Coniglio per il suo abbandono.
Quasi il massimo della pena, che è di un anno, perché l’ha tenuto in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze. Il pm Gianluca Tricoli si sarebbe accontentato di sei, mentre la difesa Antonia Caldart spingeva per l’assoluzione per insufficienza o contraddittorietà della prova, in subordine il minimo della pena con le generiche. L’episodio contestato dalla Procura risale al 12 luglio 2021, ma la volante della polizia è intervenuta altre due volte fino al 10 ottobre.
Quella sera, alle 21.50, era stata una vicina di casa a chiamare il 113, perché Totò abbaiava di continuo e si erano sentiti anche dei colpi sul basculante del garage. Gli agenti hanno trovato l’autorimessa chiusa e, quando l’hanno aperta, si sono trovati davanti uno spazio non più grande di 16 metri quadrati e all’interno un pastore corso di tre anni per una cinquantina di chili di peso legato con una pesante catena al collo a un armadio. Era al buio, non c’erano prese d’aria e, nelle ciotole, niente da mangiare o da bere. I colpi erano dovuti alle testate contro la saracinesca da parte dell’animale, che reclamava legittima attenzione e una vita migliore.
È stato necessario chiamare un’impresa specializzata nel recupero e trasporto di quattrozampe domestici per il ricovero nel canile di via Cappellari, tra Mussoi e Fisterre, anche perché ai poliziotti il cucciolone sembrava disidratato e denutrito.
Prisco l’ha rivoluto indietro un paio di giorni dopo, con la promessa che se ne sarebbe occupato con maggiore cura e, anche in questo frangente, è stata coinvolta la polizia. Non ci saranno altri interventi fino al 10 ottobre, quando sarà un’altra vicina a chiamare la pattuglia. Il cane si stava di nuovo lamentando disperato e aveva le zampe anteriori, che spuntavano dal basculante. Stavolta il garage era aperto, ma Totò era legato con un fil di ferro e in un grave stato di sofferenza. All’interno del suo alloggio, anche i bisogni, che non poteva certo fare altrove, ma non il cibo e l’acqua indispensabili, soprattutto, in un’estate molto calda.
La testimone ha aggiunto di essere stata minacciata, attraverso il citofono, da Prisco: «Mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare e non posso nascondere di avere ancora paura di questa persona, quando torno a casa, dopo essere stata al cinema o a teatro. Da quel giorno, non ho più visto il cane»
È stata la responsabile dell’impresa a rivelare che, nel frattempo, è morto, prima che il pm chiedesse la condanna del proprietario. È arrivata una condanna anche superiore.