L’anima italica, ibrida e anti-classica, del Guerriero di Capestrano
Chi sa cosa ne avrebbe detto il Vate? Poiché il Guerriero fu riportato in luce nell’autunno del 1934 e restaurato e presentato al pubblico due anni dopo: negli anni scuri di un D’Annunzio vicino a morire, quando l’amico archeologo Antonio De Nino, «peligno della grande stirpe», era ormai da un trentennio nella compagnia dei fantasmi di una giovinezza lontana – la cavalcata nelle Gole del Sagittario! –, né poteva più fargli da guida alle antichità d’Abruzzo. Troppo tardi. Eppure il … Continua
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