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Il Manifesto
Март
2019

Новости за 31.03.2019

Indagine sulla città dei tre nomi: Pietroburgo e i suoi sobborghi

Il Manifesto 

La storia culturale di San Pietroburgo, la città dei tre nomi (Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado), si presta bene alla formulazione del concetto di semiosfera, uno spazio globale generatore di nuove culture, al cui interno Lotman evidenzia l’esistenza di un confine permeabile. Da questa definizione muove l’originale e rigoroso studio di Emilio Mari, Fra il rurale e l’urbano Paesaggio e cultura popolare a Pietroburgo 1830-1917 (prefazione di Gian Piero Piretto, Universitalia, pp. 216, € 18,00) che... Читать дальше...

Marina Cvetaeva, l’eco del visibile

Il Manifesto 

Sonecka (a cura di Serena Vitale, traduzione di Luciana Montagnani, Adelphi, pp.278, euro 14,00), o meglio Racconto su Sonecka come suona il titolo nell’originale russo (perché cambiarlo?) è uno di quei piccoli libri che sulla bilancia del cuore possono pesare più di intere biblioteche. La sua lettura ha conseguenze indelebili, come tutto ciò che è stato scritto sotto il dettato della fatalità e della necessità. Durante l’estate del 1937, mentre trascorre qualche settimana di vacanza con suo figlio... Читать дальше...

In una lettera a Rilke: «l’amore vive di parole e muore di atti…»

Il Manifesto 

Leggero all’apparenza, pieno di passione e nostalgia, Il racconto di Sonecka (così il titolo originale, Povest’ o Sonecke), l’ultima e la più lunga prosa di Cvetaeva, rivela, a un esame appena più attento, una filigrana assai complessa, frutto di una natura composita: racconto lungo o romanzo breve, come è proprio della povest’ russa, a cui si mescolano però poesie e versi sparsi, brani dai taccuini, lettere della piccola Alja, la figlia di Cvetaeva, lunghi monologhi e dialoghi come pezzi di … Continua



Ogni parola detta come fosse l’ultima

Il Manifesto 

«Voi siete un fenomeno della natura», scrive Marina Cvetaeva a Pasternak nel febbraio del 1923, dopo un’insonne lettura di Temi e variazioni . E di rimando, Pasternak legge ancora in dattiloscritto il Poema della Fine quale «abisso di lirica abbagliante, di michelangiolesca vastità». Nella reciproca esaltazione, questo riconoscimento a distanza ha lasciato pagine di insuperata esegesi: avviene per lettera, il mezzo che insieme al sogno instaura – «il tipo di rapporto che preferisco, ultraterreno» dichiara perentoria Cvetaeva. Читать дальше...

Nina Berberova trasforma un celebre processo per diffamazione in caso letterario

Il Manifesto 

Nel corso della seconda guerra mondiale, era l’aprile del 1944, un addetto alla missione commerciale sovietica negli Stati Uniti, Viktor Kravchenko, abbandonò la legazione del suo paese per chiedere asilo politico al governo statunitense, adducendo motivazioni squisitamente politiche, ma non senza avere risvolti anche personali. Di tutto ciò Kravchenko scrisse in un volume intitolato Ho scelto la libertà, che uscì a New York nel 1946, vero e proprio atto di accusa contro il regime staliniano con... Читать дальше...

Eros nei luoghi e nei libri, al laccio del narratore

Il Manifesto 

Tanto, tanto tempo fa, l’esame di Letteratura latina all’università era un rude assalto al pudore delle meschine esaminande. Per i maschi, c’era una sventagliata di verbi irregolari che decideva brutalmente della loro sorte. Troppi studenti, troppi oneri e onori un tempo. Oggi la crisi degli studi umanistici ha portato almeno questo di buono: studiosi della grecità che hanno letto di tutto, nel campo specifico degli studi classici e in quelli limitrofi. Filologi, mitografi, filosofi, viaggiatori... Читать дальше...

Connettere culture, gli orizzonti di un maestro amico: Marcel Detienne

Il Manifesto 

Ho davanti agli occhi la sua foto. Un uomo alto, elegante, circondato da un gruppo di giovani: Marcel Detienne a Siena una ventina di anni fa, il sorriso ironico e intelligente, gli occhiali dalla montatura invisibile. I miei studenti lo adoravano e avevano ragione. Tutti abbiamo imparato da lui e continueremo a farlo perché, pur se ci ha lasciato, sugli scaffali di innumeri biblioteche, pubbliche e private, restano i suoi libri. Che sono tanti e tutti diversamente importanti. Quando lo … Continua

Quando Balzac riscrisse “La Certosa di Parma”

Il Manifesto 

«Balzac, nello scritto famoso che rivelò la Chartreuse, intraprese per primo, con quella ricerca, il gioco delle congetture sull’identità dei personaggi del romanzo, che gli erano apparsi così veri da presupporre una loro diretta derivazione da viventi modelli; e come chi, dinanzi a una statua in cui sembri palpitare la vita, pensi, dimenticando il potere dell’arte, a un calco, egli credette di poter tra l’altro riconoscere, come in ritratti, nel conte Mosca Metternich, nella Sanseverina la principessa di Belgioioso». Читать дальше...



Quel «sonno» sovranista che sta generando mostri

Il Manifesto 

Piomba alle spalle della platea, come il peggiore degli incubi – dice, e innesca subito il mefistofelico congegno metateatrale. Elio Germano nei panni di un attore pieno di propositi risanatori si guadagna il consenso del pubblico a suon di battute divertenti. Le luci in sala restano accese e lui da bravo imbonitore coinvolge singolarmente gli spettatori, sconfiggendo titubanze e resistenze con sorrisi e sensate spiegazioni. Approda all’Ambra Jovinelli (fino al 31 marzo) La mia battaglia, sorta di... Читать дальше...

TrasumAnd, suggestioni in movimento

Il Manifesto 

Nel disordine un po’ incespicante in cui si muovono attualmente le istituzioni culturali (su cui si allunga una vaga ombra inquietante dei nuovi assetti governativi), rincuora un progetto che si è sviluppato nei mesi scorsi da Roma verso il sud, intrecciando il linguaggio della danza a quello delle arti visive e dei beni culturali, facendo conoscere il «nuovo», ma non tralasciando di confrontarsi con le tradizioni che ogni lembo del nostro meridione si porta dietro, e soprattutto dentro. Motore e... Читать дальше...

Sharon Eyal e il ritmo incalzante di una relazione

Il Manifesto 

Dalla solida formazione tecnica e interpretativa maturata a Tel Aviv nella Batsheva Dance Company di Ohad Naharin, è uscita alcuni anni fa Sharon Eyal. Danzatrice di spicco nel formidabile linguaggio di movimento Gaga, inventato da Naharin, Sharon Eyal, che è stata anche co-direttrice della Batsheva, guida oggi da coreografa uno dei gruppi più curiosi della nuova generazione israeliana: L-E-V. La compagnia, il cui nome in ebraico significa cuore, vede Eyal collaborare con un team artistico piuttosto vario... Читать дальше...

Paure e fantasmi, la solitudine della coppia

Il Manifesto 

In Italia la nuova drammaturgia continua a dare prove discontinue, a parte i nomi ormai acclarati: i nuovi e i nuovissimi autori rischiano spesso la banalità, o quanto meno la semplificazione eccessiva. Quelle più robuste, anglosassoni quanto nordeuropee, mantengono grinta e spessore, anche quando si applicano al quotidiano. Un suo spessore si va conquistando quella catalana: dopo il successo Del Principio di Archimede (tuttora in tour) è arrivato in scena Nerium Park, tutti e due di Josep Maria Mirò... Читать дальше...

Donne, una bella antologia per smentire Virginia

Il Manifesto 

Ai lettori di racconti Mavis Gallant ha sempre chiesto un’assoluta libertà. I racconti, diceva lei (che di racconti è stata una tra le scrittrici più grandi), non sono i capitoli di un romanzo. Non devono essere letti uno di seguito all’altro come se avessero significato solo nell’ordine in cui li ha disposti l’autore. Leggetene uno, suggeriva. Poi chiudete il libro e leggete qualcosa di diverso. Riprendetelo più tardi. I racconti, concludeva, sono capaci di aspettare. Da lettrice di racconti questo... Читать дальше...

L’io ferito di Tracey Emin

Il Manifesto 

E’ un corteo di persone ininterrotto quello che scende lungo Bermondsey Street, a Londra, per raggiungere lo slargo dove si affaccia la White Cube Gallery. Un corteo sgranato di pellegrini che si dispongono a partecipare al rito imbastito per loro da quella strana stilita del terzo millennio che risponde al nome di Tracey Emin. «L’arte è per la gente», è sempre stato il suo credo. E la gente puntuale risponde venendo all’appuntamento. Era da cinque anni che Emin non esponeva … Continua

Verrocchio, una prima luminosa

Il Manifesto 

E’ stato abbastanza confortante leggere, nel «Burlington» di dicembre, la recensione di Christiansen alla mostra della National Gallery di Londra su Mantegna e Bellini. Lo studioso americano dichiarava quel che molti di noi hanno pensato aggirandosi per le sale della Sainsbury Wing: come si può affrontare un tema così alto producendo un catalogo senza schede? e sorvolando su questioni che hanno almeno un secolo e mezzo di seria vicenda critica? Con queste recenti esperienze negli occhi, è quindi... Читать дальше...

I truismi di Jenny Holzer, un brand

Il Manifesto 

Densamente verde, l’acqua del Tamigi defluisce a pochi metri dalle fondamenta della Tate Modern. Procedono senza sosta i silenziosi ascensori lungo la spina dorsale del museo che, quando assolveva alla funzione di Power Station, era percorso da continue scariche di kilowatt e forniva energia alle brulicanti strade di Londra. Si perdono nell’ascolto le opinioni dei visitatori mentre, sulla superficie luminosa di sette colonne al led, altre parole scivolano, lasciando impresso, per qualche istante... Читать дальше...

Fermo-immagine per sguardi diffidenti

Il Manifesto 

Albert Speer, l’architetto del Führer, appare in un piccolo ritratto dall’inquadratura stretta, come fosse la foto segnaletica di un uomo assorto, perduto in un altro universo, indifferente alla realtà del presente. È un’opera minima (per misure) ma grande per la sua sintomaticità, quasi una chiave di volta per entrare nel pensiero dell’artista belga Luc Tuymans (Mortsel, 1958): si intitola Secrets e taglia via dal campo visivo ogni dettaglio che non sia il volto del personaggio dipinto, con il conosciuto... Читать дальше...

La perenne anestesia di Jo Cameron

Il Manifesto 

Quando sei anni fa Jo Cameron, una sessantacinquenne ex-insegnante scozzese, entrò all’ospedale di Inverness per curarsi una semplice artrite, non immaginava di diventare un caso scientifico mondiale. Era lì per una «trapeziectomia», un intervento piuttosto frequente mirato a ripristinare l’uso del pollice bloccato dall’artrite. Un intervento doloroso, ma nulla al confronto della sofferenza continua causata dall’artrite, a causa della quale spesso si rinuncia del tutto all’uso della mano. Per la verità... Читать дальше...

La resilienza chavista in marcia a Caracas

Il Manifesto 

Continui black-out che tolgono anche l’acqua, niente metro, ma alla manifestazione convocata ieri contro l’aggressione, in tanti sono arrivati lo stesso. Molto più piccola quella degli scontenti, che chiedono acqua, luce e… la partenza di Maduro «Sì abbiamo moltissimo lavoro, con questi continui apagones, il primo il 7 marzo con un danno cibernetico alle principali centrali idroelettriche del paese, il secondo giorni fa, è stato un attacco con fucili che ha provocato un incendio, ci sono sabotatori... Читать дальше...


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Commemorare oggi la dittatura brasiliana? Una giudice lo proibisce

Il Manifesto 

In Brasile ricorre oggi il 55mo anniversario dell’avvento dei militari al potere, con il rovesciamento del presidente João Goulart e l’inizio della dittatura che durerà per i successivi 21 anni (1964-1985). Il presidente Jair Bolsonaro, noto fan incondizionato di quel regime, sognava celebrazioni in pompa magna e aveva dato indicazioni al ministero della Difesa in tal senso. Ma l’idea ovviamente ha sollevato un’ondata di indignazione delle forze democratiche brasiliane. E venerdì è arrivata anche... Читать дальше...

Berlusconi all’ultima crociata

Il Manifesto 

All’Eur, come 25 anni fa, quando Forza Italia era la sorpresa, il mistero ancora da scoprire e Silvio Berlusconi l’asso pigliatutto. È cambiato tutto in questo quarto di secolo: dal partito di plastica, farcito di sconosciuti buttati in lista senza guardare per il sottile, dilettanti allo sbaraglio, al partito professionale che fa le pulci agli incompetenti a cinque stelle. Allora l’intruso era guardato con massimo allarme. Oggi le stesse aree che allora suonavano le campane a distesa lo riconoscono... Читать дальше...

Raid turchi contro il Pkk nel nord Iraq

Il Manifesto 

Ieri nuovi intensi raid sulle posizioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel nord dell’Iraq sono stati lanciati ieri dalle forze aeree turche. Ne dà notizia il ministero della Difesa di Ankara, precisando che sono stati colpiti «quartier generali, rifugi e bunker» dei militanti curdi nel distretto di Qandil, dove «i leader del gruppo terroristico stavano preparando attacchi contro unità delle forze armate turche lungo la frontiera». Giovedì scorso unità delle forze armate e dell’intelligence... Читать дальше...

La marea fucsia inonda Verona, «Siamo centomila»

Il Manifesto 

«Lucha Internacional!», così festeggia ballando alla testa del corteo Marta Dillon, attivista argentina chiamata per le giornate femministe e transfemministe di Non Una di Meno a Verona contro la tredicesima edizione del Congresso mondiale delle famiglie, che riunisce il movimento antifemminista, antiaborstista e contro i diritti delle persone Lgbtqi del mondo. E mentre dentro al palazzo uno dei leader di Forza Nuova annuncia la nascita di un nuovo comitato per abrogare la 194, mentre si dice che... Читать дальше...

Ciao e grazie, Ornella

Il Manifesto 

Ornella, Ornella Barra. È triste che ormai tanti lettori di questo giornale non siano in grado, per ragioni generazionali, di sapere chi era, perché quella brutta malattia che purtroppo colpisce sempre più e sempre più precocemente portando via la mente, l’aveva allontanata da anni dalla nostra quotidianità. L’ultima volta che siamo state/i insieme fu al funerale di Valentino, ma era ormai difficile comunicare. Per questo sarà a tanti impossibile capire il nostro dolore nel momento in cui i suoi... Читать дальше...

Quattro ragazzi palestinesi uccisi nell’anniversario della Marcia del Ritorno

Il Manifesto 

Adham Amara, 17 anni, Tamer Abou al-Kheir, 17, Mohammed Saad, 21, Bilal Abogamous, 17. Sono i nomi e l’età dei quattro ragazzi palestinesi uccisi ieri dai colpi esplosi dai tiratori scelti israeliani durante le manifestazioni a ridosso delle linee tra Gaza e lo Stato ebraico nel primo anniversario della Grande marcia del ritorno. Non pochi hanno tirato un sospiro di sollievo commentando a fine giornata il numero “basso” di morti e feriti. Ci si aspettava un massacro, delle stesse proporzioni … Continua



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«СВЯТОЙ ЛЕНИН» спасает население от борьбы с перенаселением, 5 серия, СЕРЬЁЗНЫЙ НОВОСТНОЙ СЕРИАЛ.


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